mercoledì 1 aprile 2015

La nostra via crucis.


I delegati FIOM-CGIL della ex A. MERLONI e della J.P. INDUSTRIES, con una loro delegazione hanno partecipato alla manifestazione “UNIONS” indetta dalla FIOM e dal suo  segretario Maurizio Landini, tenutasi sabato 28 marzo a ROMA e non possono che condividere tutti gli interventi che si sono succeduti sul palco ed in modo particolare quelli di RODOTA’ e dello stesso LANDINI.

Condividendo quindi gli interventi, abbiamo messo in relazione l’attuale condizione nazionale con la nostra situazione e purtroppo ed a malincuore, notiamo che siamo dentro a questa evoluzione anzi involuzione, visto come vanno le cose, dove la cancellazione dei diritti e quindi dello statuto dei lavoratori rende inutile l’azione dei lavoratori e soprattutto del sindacato.

Pertanto l’aver posto la firma sul prolungamento dell’accordo di programma per L’A. MERLONI e l’annuncio da parte del MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO, che la vertenza J.P. INDUSTRIES e’ in fase di risoluzione, come delegati FIOM –CGIL non possiamo far altro che pensare ai soliti slogan o spot elettorali, in quanto     sia i lavoratori ex A. MERLONI che quelli in J.P. INDUSTRIES;   NON LAVORANO.

Inoltre, abbiamo notizie di una gestione tutta personale della J.P. INDUSTRIES su alcuni lavoratori, che lasciano molti dubbi sul loro utilizzo e sulla metodologia in cui  vengono chiamati, a tal proposito le segreterie FIM-FIOM e UILM, che da oltre 20 giorni hanno chiesto un incontro con la proprietà non hanno risposta, crediamo che anche questo atteggiamento la dice lunga sul nuovo modo di rapportarsi tra datori di lavoro e lavoratori e organizzazioni sindacali, tutto questo grazie al JOBS-ACT del governo RENZI.

Siamo vicini alla PASQUA e da anni ormai abbiamo definito la vertenza della A. MERLONI la nostra “VIA CRUCIS” , abbiamo chiesto di fare presto, abbiamo detto basta a questo martirio ma oggi per come vanno le cose, non possiamo che chiedere AIUTO.

Riteniamo che siamo dentro a delle sabbie mobili e senza un aiuto vero e concreto, la sorte di 2000 famiglie è segnata, a noi non piace avere il ruolo di agnelli sacrificali ma come l’agnello ci sentiamo impotenti, quindi e in primis alla politica chiediamo AIUTO. Ci sentiamo non rappresentati e spesso ostaggio dello stato, abbiamo una sensazione che tutto questo immobilismo ricadrà fortemente su questo territorio già alle imminenti elezioni REGIONALI, saremo poi curiosi nel sentire  il primo politico di turno che si porrà la domanda: come mai la fascia APPENNINICA ha votato in quel modo o peggio , perché non sono andati a votare.


Noi siamo anni che meditiamo e cerchiamo risposte, credo che qualcuno più di una domanda, sarebbe ora che inizi a porsela, sperando che non sia troppo tardi.