sabato 27 aprile 2013

Piergentili: Basta con le speculazioni alle spalle dei lavoratori.





CAMERA DEL LAVORO PROVINCIALE

Alessandro Piergentili 

Responsabile Zona cgil alta umbria





 

 



No alle speculazioni, sulla pelle dei lavoratori
si al lavoro ed allo sviluppo territoriale

Alessandro Piergentili CGIL Alta Umbria
L’Accordo di Programma della Antonio Merloni è stato il risultato della lunga ed estenuante battaglia portata avanti in questi anni dalle organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL e delle organizzazioni di Categoria FIM FIOM UILM, che insieme con le istituzioni hanno messo in evidenza la peculiarità , la gravità e la drammaticità per il numero di persone coinvolte( oltre 3.000 ) che la crisi del Gruppo Merloni rappresentava nel quadro delle crisi nazionali che stanno coinvolgendo il nostro paese.

Il coinvolgimento di un settore di assoluta rilevanza del sistema italiano con ripercussioni sull’economia di un territorio di confine tra due regioni ad elevata specializzazione manifatturiera, con un impatto occupazionale elevatissimo.

Anche qui si ritrova la scelta di CGIL CISL UIL nazionali di celebrare il 1° Maggio in Umbria.

Cercare di speculare sulle disgrazie di 3.000 persone e di un territorio di 70. 000 abitanti tra i più penalizzati in questa fase, per interessi di bottega è pericoloso e chi lo sta facendo se ne deve assumere tutte le responsabilità.

Le varie iniziative che si sono sviluppate insieme ai delegati sindacali ed ai lavoratori hanno permesso di ottenere questo risultato, dell’accordo di programma per il territorio e la cessione del perimetro della Antonio Merloni alla J&P.

Nessuno vuole mettere in discussione interessi particolari che possono essere legittimi, ma c’è da considerare che nonostante i proclami o gli annunci nessun altro soggetto imprenditoriale ha presentato una offerta concreta e tangibile.

Pensare di far tornare indietro il tempo, oltre non essere possibile rischia di produrre effetti negativi per le prospettive di lavoro e di sviluppo sulle quali tutti i soggetti realmente interessati al benessere delle persone dovrebbero lavorare.

Le organizzazioni sindacali confederali che hanno la modestia di rappresentare oltre agli interessi dei lavoratori direttamente coinvolti, anche gli interessi generali di un territorio prostrato dalla crisi avvertono tutti i rischi che si corrono, se ci sono speculazioni di ogni genere.

Nonostante condizioni di partenza drammatiche, diverse avversità ed atteggiamenti di ostruzionismo, le organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL e le Categorie FIM FIOM UIL anche con punti di vista diversi, non hanno mai mollato l’obiettivo di stare vicini alle persone e dare speranze per una possibile uscita da una situazione di estrema pesantezza.

Aggravata da una crisi della fascia Appenninica che ha coinvolto diversi settori e realtà produttive.

La partita non è conclusa, continua l’iniziativa su gli obiettivi di deindustrializzazione, che oggi si possono concretizzare anche per effetto delle risorse (17 milioni di euro per i comuni coinvolti dell’Umbria), e degli strumenti che mette ha disposizione lo stesso ACCORDO DI PROGRAMA.

C’è la necessità che il tessuto produttivo locale, sia indotto Merloni, ed altro dia segni di vitalità, per progetti di deindustrializzazione, per la piena utilizzazione degli stabilimenti produttivi di Gaifana, e per la salvaguardia di quello di Costacciaro, infatti sarebbe una grave mancanze se queste opportunità non venissero sfruttate appieno.

Dobbiamo costruire le condizioni, anche con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, affinché il maggior numero di persone attualmente in cigs venga riassorbita.

La stessa J&P con la sua realtà produttiva di Nocera deve entrare appieno a regime per sviluppare tutte quelle potenzialità produttive che ancora oggi possono essere sviluppate nell’ambito dell’elettrodomestico e che erano alla base della cessione degli impianti, esigenza che è all’interno del confronto che FIM FIOM UIL stanno sviluppando in azienda.

Per le istituzioni locali e per la stessa Regione Umbria è una sfida importante che dobbiamo cercare di vincere con la stessa determinazione che si è riusciti ha vincere la sfida della ricostruzione post terremoto.

Vanno finalizzati gli sforzi attraverso iniziative concertate e condivise, in modo da superare il clima di rassegnazione che sta serpeggiando, senza primi della classe o demolitori.

Per quanto ci riguarda come CGIL insieme alle altre organizzazioni intendiamo rilanciare l’iniziativa e la lotta su questi temi, affiche a questa situazione di crisi si possa uscire in maniera positiva per le persone.


Alessandro Piergentili CGIL alta Umbria
Gubbio 26 aprile 2013

Cgil alta Umbria via G. di Vittorio Città di Castello 075/8557215






venerdì 26 aprile 2013

Iscritti FIOM: serve la "zona franca"



    In questa fase dove l'incertezza e le preoccupazioni regnano incontrastate, gli iscritti della FIOM-CGIL della J.P. Industries e della ex Antonio Merloni continuano a sostenere tutta il loro disappunto rispetto allo stato delle cose. Pertanto, nel constatare lo stallo della situazione inerente la vertenza Merloni, a questo punto chiediamo l'istituzione della “zona franca”, che certo non deve essere intesa solo come sostegno alla vertenza ma a tutto il territorio della fascia appenninica umbra, dove l'utilizzo dei fondi dell'accordo di programma e l'abbattimento delle tasse per le aziende, con un impegno maggiore nei confronti di chi assume, per noi appare come ultima ratio per rilanciare occupazione ed economia.
I

    Inoltre, visto lo sforzo che sta sostenendo la J.P. - azienda che ha rilevato la ex-Antonio Merloni - crediamo che sia necessario un maggior impegno sia da parte del soggetto interessato che delle istituzioni, comprese le organizzazioni sindacali. Sono trascorsi 17 mesi da quando la nuova società ha rilevato la vecchia struttura e ci sono ancora molti lati oscuri su cui far chiarezza tra cui, in primis, la sentenza del 23 maggio, quando il tribunale di Ancona sarà chiamato a decidere sulla legittimità della compravendita e le difficoltà ad accedere ai finanziamenti da parte di chi oggi, anche in presenza di una forte fase di recessione, ha deciso di investire e colloca in libro paga 700 dipendenti.

    Notiamo infine che, nelle poche giornate lavorative nelle quali nel corso di questi 17 mesi sono stati impegnati i lavoratori, persistono forti carenze organizzative dovuti a vari fattori; riteniamo pertanto fondamentale e non più rimandabile, la nomina della RSU e della RSL allo scopo di aprire un confronto interno all'azienda e contribuire costruttivamente alla crescita e allo sviluppo.


Iscritti FIOM fascia appenninica